Si è svolta il 16 novembre presso la Cassa di Risparmio di Firenze la Seconda Edizione della Biennale Scuola Magnetica la scuola che non disperde.
Nel suo intervento Eleonora Pantò del CSP Innovazione nelle ICT Torino ha affrontato il tema della gestione della diversità a scuola, concentrandosi sugli insegnanti come attori chiave del processo di inclusione e ha presentato il corso online realizzato dal progetto “Teaching in Diversity”
“E’ necessario riscoprire la fermezza educativa, cioè la capacità di prendere e mantenere decisioni educative nell’interesse dei ragazzi, anche quando per l’adulto sono emotivamente costose”. Le parole dello psicoterapeuta Paolo Crepet sono una possibile risposta alle sfide imposte oggi da tecnologie e innovazioni che stanno cambiando anche il mondo dell’insegnamento, tema centrale della seconda ‘Biennale della Scuola’ che si è svolta oggi a Firenze, presso la Fondazione Biblioteche (via Bufalini 6). ‘Magnetica’, il convegno-dibattito sulla scuola che non disperde, organizzato dalla Fondazione CR Firenze in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, ha chiamato a raccolta istituzioni, studiosi e operatori del settore per condividere e confrontare le buone pratiche, i numeri e i programmi che rendono migliore e inclusiva la scuola. Ad aprire la giornata dei lavori Gabriele Gori, Direttore Generale di Fondazione CR Firenze. “Siamo convinti – ha detto – che combattere l’utilizzo delle nuove tecnologie sia sbagliato e soprattutto inutile. Solo con l’ascolto è possibile superare tutte le resistenze e appropriarsi di esperienze efficaci. Per questo la Fondazione, che vuole aiutare gli insegnanti a educare i giovani, ha voluto dedicare a questa tematica la nuova edizione della ‘Biennale della Scuola’. La strada giusta è quella di un approccio verticale, basato sulle competenze”.
Oltre 150 insegnanti ed educatori hanno partecipato all’iniziativa, che è stata seguita e raccontata dal facilitatore grafico Lucio Bolognesi. “La vera rivoluzione la può fare ogni giorno l’insegnante – ha detto Corlazzoli – aldilà delle riforme messe in atto dal governo. Iniziamo a fare quello che facevano i grandi maestri, come Maria Montessori o Gianfranco Zavalloni, che usava le mani. Smuovere la cattedra, metterla in un angolo, sarebbe la prima rivoluzione che un insegnante può fare”. All’incontro è intervenuto anche Valerio Vagnoli del Gruppo di Firenze per la Scuola del merito e della responsabilità: “Occorre fare chiarezza sul rapporto tra conoscenze e competenze, evitando di metterle in contrapposizione tra loro. Senza le prime non ci sono le seconde. Un modello ancora valido di questo equilibrio? Le botteghe artigiane di un tempo”. “E’ l’ora di riconoscere che nella scuola esiste una ricchezza quasi del tutto inesplorata di esperienze positive, soluzioni didattiche e competenze – ha aggiunto Giorgio Ragazzini, sempre del Gruppo di Firenze per la Scuola del merito e della responsabilità – e che la maggior parte degli insegnanti ha qualcosa di utile da condividere con i colleghi”. Michele Zappella, neuropsichiatra infantile, si è soffermato sul tema dell’inserimento dei ragazzi disabili e su due temi che appaiono fondamentali: “Oggi esiste un eccesso di certificazioni relative ai disturbi di apprendimento, ed è sempre più presente nelle nostre scuole il problema del bullismo”. Nel suo intervento Eleonora Pantò del CSP Innovazione nelle ICT Torino ha affrontato il tema della gestione della diversità a scuola, concentrandosi sugli insegnanti come attori chiave del processo di inclusione. Un dibattito che vuole atterrare su una popolazione scolastica di oltre 481.058 studenti, 42.369 insegnanti e 10.830 insegnanti di sostegno. Un quadro che vede in classe 14.649 alunni con disabilità certificata e oltre 70.500 alunni stranieri. Questo il quadro della nostra regione su dati 2018-2019 dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana.
Un tema, quello dell’aggiornamento e della preparazione degli insegnanti, che trova riscontro ampio e positivo in altre iniziative della Fondazione: il programma di formazione Educare a Educare, volto a dare strumenti agli insegnanti per facilitare la “connessione” con il gruppo classe (sono tre i corsi che coinvolgono oltre 200 docenti delle scuole primarie, secondarie di 1° e 2° grado a Firenze, Arezzo e Grosseto: educare all’imprenditorialità; alla didattica per progetti e all’apprendimento cooperativo); e il Bando PINS 3, che nell’ultima edizione ha promosso interventi di innovazione degli spazi scolastici legati all’innovazione dei programmi didattici. Nel corso dei lavori è stato anche presentato il quarto bando ‘Un passo avanti’, promosso dall’Impresa Sociale Con i Bambini, a sostegno di progetti per contrastare la povertà educativa minorile. Il bando, che ha uno stanziamento di 70 milioni di euro, è finanziato con il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria, compresa la Fondazione CR Firenze. Le domande potranno essere presentate fino al 14 dicembre. La sessione pomeridiana ha inteso sollecitare la creazione di partenariati Scuola-Terzo Settore per la sperimentazione di percorsi alternativi volti ad accompagnare gli studenti al successo formativo e personale.